Alessandro Anselmo

Un presepe per la pace. E’ quello che è stato realizzato al Santuario di Moncrivello, Vercelli, dai volontari e dalla comunità dei Silenziosi Operai della Croce. Gesù nasce tra le macerie causate dalla guerra e porta una luce tra le sofferenze. Da questa luce germoglia una piccola pianta, simbolo di speranza e ricostruzione. Entrando nel Santuario della Beata Vergine del Trompone e percorrendo la navata a sinistra dell’altare, si può vedere la realizzazione della Natività riletta in chiave attuale. Un tappeto di calcinacci e oggetti che normalmente si trovano in casa tra cui giocattoli rotti, vestiti e molto altro, fa da contorno alle statue di Giuseppe e Maria, pronti ad accogliere Gesù. Tutto intorno, biglietti bianchi con scritto “pace” in tutte le lingue del mondo.

“Le macerie non sono solo fisiche, ma anche interiori – spiegano dalla comunità dei Silenziosi Operai della Croce – sono i pezzi di rovine che abbiamo dentro di noi, le difficoltà che abbiamo a relazionarci con gli altri, le paure per il presente difficile e i timori per il futuro incerto”. Ecco però, la speranza. “E’ Gesù che con la sua nascita in questo mondo distrutto dall’odio dell’uomo illumina e si prende cura dei nostri cuori portando pace e speranza”. Simbolo di questo è proprio la nascita della piccola pianta illuminata dalla luce che proviene dalla nascita di Gesù.

“Il nostro – concludono i Silenziosi – è l’augurio di non abbandonarsi allo sconforto, ma di avere sempre fede e speranza nel Salvatore. Il Bambino che nasce tra le rovine vuole essere così un invito a contemplare la resilienza umana e a scoprire la possibilità di rinascita e speranza anche nei momenti più difficili e più bui della vita. Come ci ricorda il Santo Padre Francesco: dove nasce Dio, nasce la speranza. Lui porta la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace non c’è posto per l’odio e per la guerra”.