All’Angelus il Papa invita a riconoscere il volto di Gesù nei piccoli. Il segreto per essere grande è mettersi al servizio di tutti

“Tutti noi siamo vivi perché siamo stati accolti”, ma “il potere ci fa dimenticare questa verità” e tante vite di piccoli, deboli, poveri, vengono rifiutate dal mondo. Così Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro commentando il Vangelo proposto dalla liturgia odierna in cui Gesù indicando un bambino ai discepoli spiega che “il vero potere non sta nel dominio dei più forti, ma nella cura dei più deboli. “Il bambino non ha potere: ha bisogno”:

Prendersi cura dei piccoli rifiutati dal mondo

Quando ci prendiamo cura dell’uomo, riconosciamo che l’uomo ha sempre bisogno di vita. Noi, tutti noi, siamo vivi perché siamo stati accolti, ma il potere ci fa dimenticare questa verità. Allora diventiamo dominatori, non servitori, e i primi a soffrirne sono proprio gli ultimi: i piccoli, i deboli, i poveri. Quante persone soffrono e muoiono per lotte di potere! Sono vite che il mondo rifiuta, come ha rifiutato Gesù.

La speranza della Resurrezione

Gesù infatti venne consegnato nelle mani degli uomini, “non trovò un abbraccio, ma una croce”. Tuttavia prosegue il Vescovo di Roma, il Vangelo resta “parola viva e piena di speranza: Colui che è stato rifiutato, è risorto, è il Signore!”.

Il servizio che rende grandi

Nessuno è immune dalla seduzione del potere. Persino i discepoli infatti, rileva il Pontefice, mentre Gesù preannunciava loro cosa sarebbe accaduto al culmine della sua vita, discutevano su chi fosse il più grande. La risposta del Maestro chiude la loro bocca per la vergogna: “«Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo». Vuoi essere grande? Fatti piccolo, mettiti a servizio di tutti”.

Da qui l’invito di Papa Francesco ad un esame di coscienza:

So riconoscere il volto di Gesù nei più piccoli? Mi prendo cura del prossimo, servendo con generosità? E viceversa, ringrazio chi si prende cura di me?