Conferenza stampa sul volo di ritorno del viaggio del Pontefice in Asia e Oceania
Il pensiero di Papa Francesco per Gaza dove non si fanno «passi per la pace» e per la Cina «promessa e speranza per la Chiesa»
Fratellanza: è Papa Francesco stesso a racchiudere in questa parola il significato del suo 45° viaggio apostolico internazionale snodatosi dal 2 al 13 settembre tra l’Asia e l’Oceania. Nel consueto dialogo con i giornalisti sul lungo volo di ritorno che ieri lo ha riportato da Singapore a Roma, dov’è atterrato nel tardo pomeriggio, il Pontefice ha sottolineato più volte l’importanza della fratellanza: in primo luogo, solo essa può fermare a Gaza il conflitto esploso quasi un anno fa. «La guerra sempre è una sconfitta», la guerra «è troppo», la guerra è brutta, ha rimarcato il Pontefice, mentre la fratellanza, quel «darsi la mano», è quanto mai necessaria per promuovere la pace.
Quella stessa fratellanza che Papa Bergoglio ha detto di aver percepito nei quattro Paesi visitati: dall’Indonesia alla Papua Nuova Guinea, da Timor Leste a Singapore, ha sperimentato la fratellanza nel dialogo interreligioso e nella comunicazione, perché «ogni Paese ha una ricchezza diversa dall’altro».
Nel colloquio con la stampa, il pensiero del Pontefice è andato anche alla Cina, rimarcando il desiderio di visitare la grande nazione che rappresenta «una promessa e una speranza per la Chiesa».
Un altro viaggio che Francesco desidera compiere, ha aggiunto, è nelle isole Canarie, terre di sbarchi disperati, per manifestare vicinanza al dramma migratorio che sembra non avere né fine, né confini.
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