Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato
Yousif Latif Jaralla è un cantastorie e narratore iracheno. Vive in Italia dal 1980
Sono tuo padre, sono tua madre, non mi chiedere, fratellino, il come mai,
sono l’unica casa che ti rimane, e non mi chiedere del resto del mondo,
non esiste, non esiste, fuori di queste braccia,
tutto, è un buio pesto, né luce né segnali di vita,
ma non temere, hai le mie mani, hai il mio corpo,
sono tuo padre, sono tua madre, sono la tua casa e il tuo custode,
almeno, fino alle prossime bombe.
Commento
Queste parole non sono forse state scritte come poesia, ma ne hanno la rude, scarna, pesante verità ed incisività.
Quando l’ormai inenarrabile, demenziale indifferenza umana – geneticamente mutata in crudeltà al quotidiano – toglie “tutto” a troppe piccole creature… due braccia ancora vive per proteggere la vita… assumono l’ampiezza ed il valore dell’universo intero.
Poi… basta un’esplosione dell’incessante pioggia di morte… e anche questi barlumi di Vita scompaiono.
Finendo tra le braccia dell’Unico Padre che abbia Cuore di Madre, nell’infinita, eterna, indistruttibile – almeno quella!!- tenerezza per ogni Sua umana creatura.
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