All’Angelus il Papa parla della situazione umanitaria a Gaza chiedendo il cessate-il-fuoco tra palestinesi e israeliani e la liberazione degli ostaggi.

«Per fare la pace ci vuole coraggio, molto più coraggio che per fare la guerra»: pensa alla “Invocazione per la pace in Terra Santa”, che si svolse dieci anni fa in Vaticano alla presenza dei capi di Stato israeliano e palestinese, Papa Francesco quando all’Angelus del 9 giugno torna ad invocare la cessazione delle ostilità in Medio Oriente. «Quell’incontro ci testimonia che stringersi la mano è possibile» ricorda il Pontefice, incoraggiando «i negoziati in corso tra le parti» ed auspicando «che le proposte di pace, per il cessate-il-fuoco su tutti i fronti e per la liberazione degli ostaggi, vengano subito accettate». Sullo sfondo c’è soprattutto la Conferenza internazionale sulla situazione umanitaria a Gaza che si apre domani in Giordania. In proposito il Papa ringrazia i promotori, incoraggiando «la comunità internazionale ad agire urgentemente, con ogni mezzo, per soccorrere la popolazione». «Gli aiuti umanitari devono poter arrivare a chi ne ha bisogno, e nessuno lo può impedire» rimarca Francesco.

L’Angelus