Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato

René Char. Poeta francese (L’Isle-sur-la-Sorgue, Valchiusa, 1907 – Parigi 1988), aderì formalmente al movimento surrealista (1929), ma ne rimase in effetti distaccato assumendo anche atteggiamenti critici. La rarefazione del linguaggio poetico esprime, in Char, una profonda e impegnata ricerca umana, che fa della sua lirica uno dei più alti esempi d’invito a una fraternità che nulla esclude: neppure le cose che circondano l’uomo.

“Dove lo Spirito non sradica più
ma ripianta e cura,
io nasco.
Dove ha inizio
l’infanzia del popolo,
io amo.

Commento
In due limpidi brevi versi, è condensata l’essenza di… fiumi di parole versate per balbettare qualcosa dell’azione dello Spirito Santo. Scritta nei secoli dalla Parola, nella storia dell’Uomo e del mondo. E quotidianamente, segretamente incisa sulle tavole di carne del cuore dei Santi; dei nostri cuori, che interagiscono con quelli dei santi della porta accanto.
Dopo che l’albero della Croce – luogo della prima effusione dello Spirito – ha sradicato dalla terra il potere del peccato e della morte, il suo tronco di Salvezza non ha più smesso di sostituirvi il rigoglio di vita nuova, e di curare esistenze ferite.
E là dove sappiamo essere come bimbi proprietari e propagatori di Cielo, diventa nostro tesoro e nostro dono – accolto e riofferto – l’Amore dell’incessante Pentecoste che forgia il futuro.