Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato
Mario Luzi (20 ottobre 1914, Castello, Firenze; 28 febbraio 2005, Firenze) è stato un poeta, drammaturgo, critico letterario, traduttore e critico cinematografico italiano. In occasione del suo novantesimo compleanno fu nominato senatore a vita della Repubblica Italiana.
Volgi gli occhi della Vergine sul cuore
dei fanciulli soli,
stendi le sue vesti celesti
sulla loro nudità.
Alto e sconosciuto
viso di mamma palpita per loro
nell’oro di cui splende il suo sorriso
ed è presente nelle veglie gelide
senza fuoco senza voce,
ove con le disperazioni antiche scorre
verso una foce oscura il tempo.
Commento
Una perla mariana di Luzi “la troviamo nella sua prima raccolta poetica intitolata La Barca del 1935. La barca è un’allegoria della vita, intesa come navigazione o viaggio dalla foce alla sorgente, alla ricerca di un senso, di un destino. Nella poesia intitolata “Primavera degli orfani” il poeta chiede alla madre terra, muta spettatrice delle vicende umane, di intercedere perché la Vergine guardi con amore gli orfani (così numerosi in quel tempo)”
Ecco come un commentatore ci presenta dal web le parole che Luzi dedica a Maria.
Il tempo passato da allora… non rende ora meno numerosa la presenza degli orfani, che le tante, troppe guerre stanno moltiplicando nel mondo. Con le stesse conseguenze di “veglie gelide, senza fuoco senza voce”… col tempo che scorre tra vecchie e nuove disperazioni, verso una foce apparentemente inghiottita dall’oscurità del male.
E mai come in simili momenti diventa essenziale, per sopravvivere… la luce di un dorato sorriso d’Amore.
Che solo un volto di Mamma sa e può concretizzare… nonostante e oltre ogni barriera di cieca disumanità, ogni abissale assenza di com-passione.
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