Oggi ricorre la prima memoria liturgica di San Giovanni Paolo II, fissata da papa Francesco il 22 ottobre di ogni anno, giorno in cui nel 1978 Karol Wojtyla celebrò la messa di inizio pontificato e pronunciò la storica frase, divenuto motto dei suoi 27 anni di papato (1978-2005): “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”.
I rapporti fra Giovanni Paolo II e monsignor Luigi Novarese furono intensi e fu proprio il Papa polacco a definirlo “l’apostolo degli ammalati”. La fotografia ritrae Wojtyla che abbraccia affettuosamente il fondatore del Centro Volontari della Sofferenza. Tanti, infatti, sono stati i messaggi, le lettere, i discorsi, che è difficile, scrive don Remigio Fusi nel volume Sulle orme di monsignor Novarese (Edizioni CVS), farne una sintesi.
Per l’occasione, oggi, nella cappella del secondo piano del Policlinico universitario Gemelli, alle ore 17, avrà luogo la messa per intitolare a San Giovanni Paolo II una cappella all’interno dell’ospedale dove il Papa santo fu accolto e curato durante i dieci ricoveri nel corso del suo pontificato.
Sempre nella cappella sarà portata una reliquia del sangue di San Giovanni Paolo II, custodita in una teca color argento con sfondo rosso.
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