Si è svolto a Roma, presso l’Istituto Superiore di Sanità, il convegno “Disturbi dello spettro autistico: i diritti delle persone”, promosso dall’ISS e dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della CEI, guidato da suor Veronica Amata Donatello. Il tema centrale: la costruzione del progetto di vita individuale per persone con autismo e disabilità, da intendersi come percorso personalizzato, partecipato e rispettoso di sogni e desideri.
Novità rilevante: tra gli ambiti fondamentali del progetto di vita è stata riconosciuta anche la dimensione spirituale, spesso trascurata ma essenziale per il benessere globale della persona, anche nei casi di disabilità grave.
“Anche nelle persone cosiddette a basso funzionamento – ha dichiarato suor Veronica – la spiritualità migliora qualità di vita e benessere”.
Voci e esperienze
- Marco Bertelli, psichiatra, ha sottolineato il valore documentato della spiritualità come fattore protettivo contro disagio psichico e isolamento. Ha parlato di “intelligenza spirituale” distinta da quella logico-razionale, dimostrando come anche persone con gravi disabilità intellettive possano trarre beneficio da esperienze spirituali significative.
- Roberto Keller, responsabile del Centro regionale per l’autismo adulti (Torino), ha presentato il modello piemontese basato su nuclei territoriali multidisciplinari, che facilitano la costruzione del progetto di vita senza allontanare le famiglie dai loro contesti. Keller ha raccontato esperienze concrete come trekking, navigazione in barca a vela e cammini spirituali, rivelando l’impatto trasformativo di questi percorsi sulla vita e l’autostima dei partecipanti.
“Occorre vivere con la persona e con la sua famiglia, non basta restare chiusi negli ambulatori tra test e diagnosi”, ha affermato.
Un cambiamento culturale
Il Decreto legislativo 62/2024 sancisce un cambio di paradigma: il progetto di vita non è più solo riabilitazione o assistenza, ma comprende scelte, relazioni, tempo libero e spiritualità. La persona è al centro, con i suoi diritti, sogni e desideri.
“Il progetto di vita va cucito addosso come un abito sartoriale”, ha detto suor Veronica.
Conclusione
Il convegno ha dimostrato l’importanza di fare rete, coinvolgendo enti sanitari, religiosi, educativi e sociali. È un segnale importante per costruire una cultura dell’inclusione più profonda e rispettosa dell’unicità di ciascuno.
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