Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato

Zbigniew Herbert (Leopoli, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998) è stato un poeta, saggista e drammaturgo polacco e uno degli autori europei più noti del Novecento.

Le parole
Non hanno ancora detto tutto
pazienti come i costruttori delle piramidi
ostinate come i condannati al circolo polare
bruciate sui roghi
fucilate nelle cantine del Palazzo di Giustizia
tacciono
non loro ma le loro ombre
gocciolano dalle labbra dei dittatori
fluiscono dagli altoparlanti
frusciano come erba secca nei comunicati
nei giornali
sono pazienti
sono sopravvissute al diluvio
sono sopravvissute ad Hammurabi
sopravviveranno ai cervelli al guinzaglio

Commento
L’Autore ha conosciuto, sperimentato la dittatura… ed il peso delle parole non dette, incatenate, o controllate. Da parte di chi le pronunciava… ancor più che dai destinatari. Perché era l’unico modo per “farle passare”… oltre la censura della libertà. Attiva e subdola, in quanto nascosta ovunque.
Oggi… noi viviamo in una porzione di mondo definita, o creduta libera. Conosciamo però labbra di dittatori che sbavano menzogna a ciclo continuo, imboniscono dagli altoparlanti della comunicazione, producono erba secca se fanno stampare discorsi. Secca, come ciò che è privo di linfa vitale. Eppure… sono pazienti, le parole. E testarde, se vere! Dalla notte dei secoli, dall’essenza dell’Uomo… hanno continuato e continueranno a sopravvivere anche ad ogni cervello che il guinzaglio lo porta… o vorrebbe metterlo ad altri. Perché libertà rima con dignità, e felicità… e l’Uomo non può pienamente esistere, se non le cerca e difende instancabilmente!