Brevi spunti di riflessione di Sorella Elvira
1) La sofferenza è inevitabile ma bisogna giungere a viverla con gioia, come una scoperta di vera attività sociale.
2) Dobbiamo essere preparati ad instaurare un dialogo con gli altri, credenti e non credenti, per annunciare a tutti il messaggio di Cristo, che è messaggio di salvezza.
3) Anche noi tutti “Volontari della Sofferenza” abbiamo avuto un invito ad un apostolato specifico; seguire il Signore e mettersi a disposizione dell’Immacolata per la valorizzazione della sofferenza, di ogni sofferenza.
4) Carissimi, oggi In questo mondo così tribolato dalle guerre, bisogna farsi parola.
5) Il sofferente che vive la propria vocazione è un segno di speranza nella Chiesa e nella società.
6) L’apostolato della sofferenza è il più potente, il più fecondo ed è l’unico che strappa al Cuore Misericordioso di Gesù ogni grazia.
7) Pensare come Dio, amare come Dio, volere come Dio.
8) L’apostolato si estende in proporzione della buona volontà di ciascuno. Coraggio dunque, andate sempre avanti senza fermarvi.
9) La Madonna benedice quanti vivono il Suo programma di preghiera, penitenza e riparazione.
10) E’ nostro preciso dovere camminare nelle linee tracciate dal nostro Padre Fondatore Mons. Luigi Novarese, linee ispirate da Dio.
11) Non perdiamoci d’animo. Invochiamo la Vergine Santa con fede e preghiamola con perseveranza e fiducia affinché ci sostenga sempre.
12) Essere cristiani perfetti vuol dire amare. Essere Volontari della Sofferenza vuol dire saper pregare e soffrire per riparare i peccati nostri anzitutto e poi quelli che si commettono nel mondo.
13) Essere accanto ad ogni fratello che soffre e con Lui godere anche noi dei frutti della primavera spirituale portata dall’Annunciazione del Signore.
14) La chiamata a seguire Cristo è un dono grande ed occorre essere coerenti, sinceri e decisi.
15) La Croce richiama il fatto che Cristo ha preso su di sé la sofferenza e la morte: questi due elementi sono divenuti il passaggio obbligato alla salvezza.
16) L’armata dei Volontari della Sofferenza deve essere all’avanguardia, conquistare altri malati per la valorizzazione del dolore secondo le richieste della Madonna.
17) Tocca a voi tutti, carissimi, pregare perché la Madonna susciti anime generose disposte a mettersi la servizio dell’Immacolata per far conoscere il valore che ogni sofferente detiene.
18) Ricordiamoci che ogni vittoria nell’apostolato si paga di persona.
19) Lavorare per il Regno di Dio non è una sofferenza triste, una sofferenza che umilia… anzi è una sofferenza che fa fiorire, è una sofferenza che sostiene.
20) Per gioire di tutto questo dobbiamo essere fedeli al nostro apostolato attraverso la preghiera e la sofferenza: valorizzando la propria sofferenza fisica o morale noi portiamo a tutti Gesù.
21) Dio prende l’iniziativa. È Lui che sceglie il suo messaggero. Ogni chiamata è frutto dell’amore di Dio, libero, gratuito e da Lui proveniente.
22) Abbiamo nelle mani un grande dono che l’Immacolata ha fatto alla Chiesa per mezzo del nostro Padre. Dobbiamo conservarlo così come è nato, vale a dire come è stato voluto dall’Immacolata.
23) Lo Spirito Santo ci illumini per il bene dell’Apostolato e di tutta l’Associazione.
24) Come si è felici ai piedi della Vergine! Pare di trovarsi in casa propria sotto lo sguardo vigile della più tenera delle madri.
25) Gesù è morto per ognuno di noi, ma come Lui, anche noi risorgeremo se crediamo in Lui.
26) Fratelli e sorelle carissimi, estendete ovunque l’amore al culto del Cuore di Gesù che è Amore misericordioso.
27) La sofferenza è un mistero che non può essere chiarito che alla luce della fede.
28) Dare un valore alla nostra sofferenza significa essere dei testimoni della Passione di Gesù.
29) A Lourdes si realizza il colloquio più bello, più vivo tra la Madre Celeste e i suoi figli prediletti, i sofferenti.
30) Il Fiat di Maria è indubbiamente il più gran Fiat pronunciato dopo il Fiat di Dio al principio del mondo.
31) Ricordatevi cari ammalati che ogni sofferente ha bisogno della fede come dell’aria che respira perché soltanto in essa il dolore trova la sua propria ragione d’essere.
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