Scriveva il Beato Luigi Novarese sulla rivista l’Ancora n, 6 del giugno 1952: «Il Cuore di Gesù si presenta a noi proprio sotto l’aspetto del suo amore divino e umano, concretizzato simbolicamente come funzione del cuore. Il suo cuore vuole essere quindi per noi asilo sicuro, vuole che noi troviamo riposo in Lui. Gesù vuole che si attuino le sue parole: rimanete nel mio amore. Rimanete in me, perché il mio regno è dentro di voi».

E ancora: «La preghiera e la penitenza richiamate dall’Immacolata a Lourdes e a Fatima, attirano la misericordia di Dio sul genere umano, lì Cuore di Cristo è luce, balsamo, salvezza per tanti cuori infranti che non riescono più, nel dilagare di tanto male, a comprendere e a vivere la carità che il suo Cuore adorabile ha in noi infuso con la sua passione, morte e resurrezione: questa è la via che il centro intende fortemente richiamare perché Egli è la speranza dell’umanità, a Lui è dato di riunire in sè ogni creatura ed ogni cosa creata per tutto ripresentare al Padre» [L’Ancora, n. 4-5, aprile-maggio 1978].

Il prossimo giovedì 24 ottobre viene pubblicato il documento del Papa sulla devozione al Cuore di Gesù. Il Pontefice l’aveva annunciato in un’udienza generale dello scorso giugno, il testo raccoglierà le riflessioni di testi magisteriali precedenti. La pubblicazione nell’anno delle celebrazioni per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù del 1673

È la quarta enciclica del pontificato di Jorge Mario Bergoglio e il Papa la pubblica in uno dei momenti più drammatici per il genere umano. Guerre corrosive, squilibri sociali ed economici, consumismo sfrenato, nuove tecnologie che rischiano di snaturare l’essenza stessa dell’uomo, segnano l’epoca moderna e il Pontefice chiede allora, attraverso il documento dal titolo Dilexit nos (Ci ha amati), di cambiare sguardo, prospettiva, obiettivi, e recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore.

L’annuncio del Papa

“Lettera enciclica sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo” è il sottotitolo del documento – di cui oggi la Sala Stampa vaticana ha comunicato la data di pubblicazione: il 24 ottobre –interamente dedicato al culto del Sacro Cuore di Gesù. Era stato Francesco stesso ad annunciarne l’uscita in autunno nell’udienza generale in Piazza San Pietro del 5 giugno (mese tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù), condividendo il desiderio che il testo possa far meditare sugli aspetti “dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale; ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”. Sempre il Papa spiegava che il documento raccoglierà “le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale”.

Le apparizioni nel 1673

L’enciclica viene pubblicata mentre sono in corso – dal 27 dicembre 2023 al 27 giugno 2025 – le celebrazioni per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, nel 1673. Tre secoli e mezzo fa, il 27 dicembre, Gesù apparve alla giovane suora visitandina francese di soli 26 anni per affidarle la missione decisiva di diffondere nel mondo l’amore di Gesù per gli uomini, specialmente i peccatori. Le apparizioni nel convento di Paray-le-Monial, in Borgogna, continuarono per 17 anni con il Cuore di Gesù che si manifestava su un trono di fiamme circondato da una corona di spine, simbolo delle ferite inferte dai peccati degli uomini. Cristo chiese a suor Margherita che il venerdì dopo il Corpus Domini – quindi otto giorni dopo – fosse dedicato alla Festa del Sacro Cuore di Gesù. Una missione non facile per la religiosa che trovò incomprensioni anche in consorelle e superiori e venne considerata alla stregua di una visionaria. Mai scoraggiatasi, spese tutta la sua vita perché il mondo conoscesse l’amore di Cristo.

La diffusione del culto

La festa del Sacro Cuore nacque alle porte dell’Illuminismo. Come ha scritto su La Civiltà Cattolica, padre Enrico Cattaneo, professore emerito di Patristica, “la spiritualità del Cuore di Cristo è stata un argine contro la diffusa mentalità razionalistica, che alimentava la cultura atea e anticlericale”. Un acceso dibattito, anche all’interno della Chiesa stessa, sorse intorno a tale devozione fino a quando, nel 1856, Pio IX decise che la festa del Sacro Cuore di Gesù fosse estesa a tutta la Chiesa. Nel XIX secolo il culto si diffuse dunque a macchia d’olio con consacrazioni, nascita di congregazioni maschili e femminili, istituzioni di università, oratori, cappelle.

La Haurietis acquas di Pio XII

È del 1956, poi, la Haurietis acquas di Pio XII, scritta in un momento in cui la devozione al Cuore di Gesù viveva una crisi. L’enciclica di Papa Pacelli voleva ravvivare il culto e invitare la Chiesa a meglio comprenderne e attuarne le varie forme di devozione, di “massima utilità” per le necessità della Chiesa ma anche “vessillo di salvezza” per il mondo moderno. Benedetto XVI, in una lettera per il 50.mo anniversario della Haurietis aquas, sottolineava infatti: “Questo mistero dell’amore di Dio per noi non costituisce soltanto il contenuto del culto e della devozione al Cuore di Gesù: esso è, allo stesso modo, il contenuto di ogni vera spiritualità e devozione cristiana. È quindi importante sottolineare che il fondamento di questa devozione è antico come il cristianesimo stesso”.

La devozione di Francesco

Papa Francesco ha sempre mostrato un profondo legame con il Sacro Cuore, correlandolo alla missione stessa dei sacerdoti. Nel 2016 la chiusura del Giubileo dei Sacerdoti avvenne proprio nella Solennità del Cuore di Gesù e nell’omelia della Messa il Pontefice chiese ai preti del mondo venuti a Roma di orientare il loro cuore, come il Buon Pastore, verso la pecorella smarrita, verso chi è più distante, spostando l’epicentro del cuore fuori da sé stessi. Sempre nell’ambito del Giubileo, nella prima delle Meditazioni sulla misericordia, il Papa raccomandò a vescovi e sacerdoti di rileggere la Haurietis acquas, perché “il cuore di Cristo è il centro della misericordia. Questo è proprio della misericordia, che si sporca le mani, tocca, si mette in gioco, vuole coinvolgersi con l’altro… si impegna con una persona, con la sua ferita”.

Quarta enciclica del pontificato

Dilexit nos, come detto, è la quarta enciclica di Francesco dopo Lumen fidei (29 giugno 2013), scritta a “quattro mani” con Benedetto XVI; Laudato si’ (24 maggio 2015) sulla crisi dell’ambiente e la necessità della cura del Creato; Fratelli tutti (3 ottobre 2020), summa di appelli e messaggi del Papa argentino sull’urgenza della fraternità e dall’amicizia sociale in un mondo frammentato allora dalla pandemia di Covid-19, oggi da guerre fratricide e conflitti condotti anche in nome di Dio.

Dilexit nos sarà presentata nella Sala Stampa vaticana il 24 ottobre da monsignor Bruno Forte, teologo, arcivescovo di Chieti-Vasto, e da sorella Antonella Fraccaro, responsabile generale delle Discepole del Vangelo.

 La Conferenza Stampa verrà trasmessa in diretta streaming in lingua originale sul canale Youtube di Vatican News, collegandosi al sito https://www.youtube.com/c/VaticanNews