Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato
In occasione dell’Arena di pace di Verona 2024, il regalo di una poesia dalla scrittrice e poetessa ungherese Edith Brick – amica di Papa Francesco – sfuggita ai campi di sterminio.
Educazione
E se il futuro non fosse
figlio del passato e del presente?
Ma orfano, tabula rasa
Per i novi nati.
Da educarli al buono,
al bello, al rispetto
di ogni prossimo di qualsiasi etnia e fede.
Non dire mai ai propri figli
che sono i più belli
ma che tutti i bambini
sono belli.
Educarli a dividere
a scuola durante la pausa
la propria merendina
con chi non ha niente,
i giocattoli di chi ne ha tanti.
La condivisione fin da piccoli
è creatrice di pace,
di un mondo nuovo
che non è mai esistito.
Potrebbe mai essere?
Dipende solo da noi,
senza pregare Dio,
la responsabilità
di tutti i mali del mondo
è nostra.
Commento
Edith Bruch usa un linguaggio semplice e scarno, per dire cose essenziali e fondamentali.
Chi è sopravvissuto all’orrore dello sterminio nazista, non avrà certamente voglia di esibirsi in prodigiose elucubrazioni verbali, seppur legate a valori quali la bellezza, l’educazione dei figli, il loro futuro… In un mondo che possa respirare fratellanza e pace, invece di guerra, odio, inimicizia… o anche solo diffidenza reciproca.
Contando anzitutto sulla buona volontà e sull’impegno di vita nuova da parte di ognuno, piuttosto che su miracolistiche pretese nei confronti di Dio!
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