Al termine dell’udienza generale, il Papa annuncia che a settembre pubblicherà un testo magisteriale su “questo culto carico di bellezza spirituale”, perché illumini il cammino di rinnovamento della Chiesa e dell’umanità. Nuovo appello per la pace in Ucraina, Palestina, Israele, Myanmar

Un nuovo documento sul culto del Sacro Cuore di Gesù, per meditare sugli aspetti “dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale; ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”. Papa Francesco lo annuncia al termine dell’udienza generale, nei saluti ai fedeli italiani, e manifesta l’intenzione di renderlo pubblico a settembre, mentre sono in corso le celebrazioni per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, nel 1673. Celebrazioni aperte il 27 dicembre 2023, e che si chiuderanno il 27 giugno 2025.

Sono lieto di preparare il documento che raccolga le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale.

Le origini della devozione al Sacro Cuore di Gesù

L’iconografia rappresenta il Sacro Cuore di Gesù con Cristo incoronato di spine, sovrastato dalla croce e ferito dalla lancia, a eterna memoria del gesto più grande che ha fatto per noi: sacrificare la propria vita per la salvezza dell’umanità. Infine, circondato dalle fiamme che simboleggiano l’ardore misericordioso che Cristo prova per i peccatori. Le prime tracce della devozione al Sacro Cuore di Gesù si trovano già nel Medioevo, nel pensiero di mistiche tedesche come Matilde di Magdeburgo, Matilde di Hackeborn e Gertrude di Helfta e del Beato domenicano Enrico Suso. Grande fioritura, però, questo culto la raggiunge solo nel quindicesimo secolo ad opera di santa Margherita Alacoque e di san Giovanni Eudes, il primo al quale il vescovo di Rennes concede di celebrare una festività in onore del Cuore di Gesù all’interno della sua comunità nel 1672. Nel 1765 Clemente XIII accorda alla Polonia e all’Arciconfraternita Romana del Sacro Cuore la possibilità di celebrare la solennità del Sacro Cuore di Gesù ed è proprio in questo secolo che si sviluppa un acceso dibattito. La Congregazione dei riti, infatti, afferma, che oggetto di questo culto è il cuore di carne di Gesù, simbolo del Suo amore, ma i giansenisti interpretano questo come un atto di idolatria. È solo nel 1856 con Pio IX che la solennità viene estesa alla Chiesa universale e inserita nel calendario liturgico.

Santa Margherita Alacoque: messaggera del Cuore di Gesù

Margherita Alacoque è una suora delle Visitandine che vive nel convento francese di Paray-le-Monial, sulla Loira, dal 1671. Ha già fama di grande mistica quando, il 27 dicembre 1673 riceve la prima visita di Gesù che la invita a prendere all’interno del consesso dell’Ultima Cena il posto che fu di Giovanni, l’apostolo che fisicamente riposò il suo capo sul petto di Gesù. “Il mio cuore divino è così appassionato d’amore per gli uomini che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per questo grande disegno”, le dice. L’anno successivo Margherita ha altre due visioni: nella prima c’è il cuore di Gesù su un trono di fiamme, più lucente del sole e più trasparente del cristallo, circondato da una corona di spine; nell’altra vede Cristo sfolgorante di gloria, con il petto da cui escono fiamme da ogni parte, tanto da sembrare una fornace. A questo punto Gesù le chiede di fare la Comunione ogni primo venerdì per nove mesi consecutivi e di prostrarsi a terra per un’ora la notte tra il giovedì e il venerdì. Nascono così le pratiche dei nove venerdì e dell’ora Santa di Adorazione. In una quarta visione, poi, Cristo chiede l’istituzione di una festa per onorare il Suo Cuore e per riparare, attraverso la preghiera, le offese da Lui ricevute.