«Il “Totus tuus” di Giovanni Paolo II, insegnato da S. Luigi Maria Grignion di Montfort e praticato da S. Giovanni Apostolo, è l’atto più sano, più sicuro e più spiritualmente interessato che mente umana possa compiere e sforzarsi di vivere». [Beato Luigi Novarese, L’Ancora nell’Unità di Salute, n. 6, 1979].
“Non credo che una persona possa acquistare un’unione intima con Nostro Signore e una perfetta fedeltà allo Spirito Santo, senza una grandissima unione con la santissima Vergine”. E’ questo un caposaldo della spiritualità di Luigi Maria Grignion da Montfort. “Tutta la nostra perfezione – scriveva – consiste nell’essere conformi, uniti e consacrati a Gesù” e imitare Maria, vuol dire seguire “la creatura più conforme a Gesù”. Secondo di diciotto figli, era nato il 31 gennaio 1673 da una famiglia bretone profondamente cristiana a Montfort-la-Cane: qui visse solo poche settimane, ricevendo il battesimo un giorno dopo essere venuto alla luce.
Fin da bambino predisposto alla vita interiore
Nonostante le difficoltà economiche a 12 anni Luigi frequentò il collegio gesuita di san Tommaso Becket a Rennes, quindi si trasferì a Parigi per studiare alla Sorbona ed entrò nel seminario di San Sulpicio. Ventisettenne, il 5 luglio 1700 nel giorno di Pentecoste, è ordinato sacerdote: i testimoni raccontano che rimase per un giorno intero in adorazione come “un angelo sull’altare”.
La difesa della verità contro l’eresia giansenista
Anima orante, ma anche uomo di azione. La sua opera evangelizzatrice da subito si distinse per la difesa della fede cattolica dal razionalismo, dal protestantesimo, dal gallicanesimo e dal diffuso giansenismo. Tra i suoi primi incarichi c’è la nomina a cappellano dell’ospedale di Poitiers. Molto amato dai malati e dai poveri per lo zelo missionario e la dedizione incondizionata nei loro confronti, si attirò però l’inimicizia di alcuni sacerdoti per il comportamento ritenuto eccentrico e fu quindi allontanato dall’incarico.
Il pellegrinaggio a piedi dal Papa e la missione al popolo
Dopo due mesi di cammino nel 1706 giunse a Roma e Clemente XI gli conferì il titolo di Missionario Apostolico, gli regalò un crocifisso d’avorio che porterà sempre con sè e lo invitò a dedicarsi all’evangelizzazione della Francia. Prima del rientro in patria, Luigi, che amava definirsi “servo di Maria”, visitò la Santa Casa di Loreto, attratto dalla vita di sottomissione alla Vergine vissuta da Gesù nel focolare di Nazaret. La diocesi di Poitiers continuò ad essergli preclusa, quindi si dedicò alla missione ai popoli rurali della nativa Bretagna e della Vandea e alla edificazione della Chiesa, non solo spirituale, ma anche fisica, ricostruendo materialmente alcune cappelle.
“La vera devozione mariana è cristocentrica”
Si segue Maria per “trovare Gesù Cristo”: questa convinzione del Montfort si tradusse in una pastorale fondata sulla centralità del culto alla Vergine, sulla diffusione della preghiera del Rosario e sull’organizzazione di processioni e celebrazioni mariane.
La croce, “fonte di sapienza”
Alla croce non si sottrasse Luigi Maria quando, nonostante la devota stima di cui godeva tra i fedeli, conobbe la sofferenza della persecuzione dentro e fuori la Chiesa. Il vescovo di Nantes ad esempio negò la benedizione del Calvario costruito dal sacerdote, grazie al contributo di molti, al termine della missione a Pontchâteau. L’opera venne distrutta e ricostruita più volte, prima sotto Luigi XIV, poi durante la Rivoluzione Francese. Il missionario mai cedette allo sconforto: “se non possiamo edificare qui la croce – commentava – la edificheremo nel nostro cuore”.
Totus tuus
Negli ultimi anni di vita il Montfort fu chiamato a predicare nelle diocesi di Luçon e di La Rochelle dai rispettivi vescovi, apertamente antigiansenisti. Morì di polmonite mentre partecipava ad una missione il 28 aprile 1716 all’età di 44 anni. Al suo capezzale si radunò tutto il popolo per ricevere la benedizione. Beatificato da Leone XIII nel 1888, canonizzato da Pio XII nel 1947, è inserito nel calendario generale della Chiesa nel 1996 da san Giovanni Paolo II, che dalla sua spiritualità ha tratto il motto del pontificato “Totus tuus”. Fondatore della Compagnia di Maria (1705) e delle Figlie della Sapienza (1703), san Luigi Maria è ricordato per gli scritti mariani come il Trattato della vera devozione alla santa Vergine, redatto nel 1712, rimasto nascosto per 150 anni in un cofano, ritrovato nel 1842, pubblicato l’anno seguente e oggi, tradotto in tutte le lingue e divenuto punto di riferimento della spiritualità mariana mondiale.
Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di San Luigi Maria Grignion di Montfort
Consapevole della mia vocazione cristiana io rinnovo oggi nelle Tue mani, o Maria, gli impegni del mio Battesimo.
Rinuncio a satana, alle sue seduzioni, alle sue opere e mi consacro a Gesù Cristo per portare con Lui la mia croce nella fedeltà di ogni giorno alla volontà del Padre.
Alla presenza di tutta la Chiesa Ti riconosco per mia Madre e Sovrana.
A Te offro e consacro la mia persona, la mia vita e il valore della mie buone opere passate, presenti e future.
Disponi di me e di quanto mi appartiene alla maggior gloria di Dio, nel tempo e nell’eternità. Amen
1991 La mia consacrazione a Gesù x Maria e l’anno dopo ripetuta a Roma con Giovanni Paolo llº
La fedeltà di Maria nei miei confronti….con Lei, per Lei, in Lei, a Lei, tutta per Gesù e sarò tutta come piace a LUI.