Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato
David Maria Turoldo, al secolo Giuseppe Turoldo (Coderno, 22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992), è stato un presbitero, teologo, filosofo, scrittore, poeta e antifascista italiano, membro dell’ordine dei Servi di Maria. È stato, oltre che poeta, figura profetica in ambito ecclesiale e civile, resistente sostenitore delle istanze di rinnovamento culturale e religioso, di ispirazione conciliare. È ritenuto da alcuni uno dei più rappresentativi esponenti di un cambiamento del cattolicesimo nella seconda metà del ‘900, il che gli ha valso il titolo di “coscienza inquieta della Chiesa”.
Fa’ di me un fiume
Fa’ di me, Signore, un fiume
un fiume ampio, disteso,
che dal Monte si snodi flessuoso:
e poi si allarghi sulla pianura
e sfoci e ritorni a perdersi
dolcemente nel tuo mare.
Un fiume che raccolga tutte le acque
della tua divina Ispirazione,
le impetuose acque cui si dissetarono
i profeti, le calme
amate acque della Vergine e dei santi:
l’acqua della fonte zampillante…
E sia un unico fiume: il fiume
irrorato dal fiotto
ininterrotto di sangue e acqua
che scorre dalla ferita
sempre rossa del tuo costato.
E raccolga l’infinito sangue
che scende dagl’innumeri patiboli,
il pianto muto delle madri
dietro gli stendardi dei figli uccisi
— nuove icone sul mondo —,
in processione da capitale a capitale.
Sia cosi, Signore!
(Da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988″)
Commento
Nella domenica del Pastore Bello, dedicata alla preghiera per le vocazioni, ci è caro ricordare un sacerdote che di poesia ha intriso anche tutto il proprio sacerdozio, ed il suo modo di spenderlo, così vicino al Popolo di Dio!
Al punto di voler essere come un ampio fiume che abbracci tutta la pianura della sua vita, prima di tornare al mare d’Amore identificato con Cristo.
Il richiamo al fiotto ininterrotto di acqua e sangue sgorgato sul Monte Calvario dal costato del Crocifisso, che tale fiume alimenta e feconda nella Chiesa… ci offre una certezza: veramente Turoldo vi vede confluire tutto il Bene, il Bello e la Grazia che un’esistenza sacerdotale continua a far scorrere sulla terra degli uomini!
Scrivi un commento