La ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità: con questo presupposto il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità.

Felicità raggiunta, si cammina per te sul fil di lama, scriveva il poeta Eugenio Montale. Ogni persona vorrebbe che la felicità fosse uno stato d’animo perenne, ma in realtà spesso appare come una condizione transitoria, se non addirittura come un’utopia. Che cos’è la felicità? Dove dobbiamo cercarla? Da cosa dipende? Domande che dalla notte dei tempi tormentano l’uomo (rendendolo forse infelice).

Ogni persona ha un proprio modo di vivere la felicità, un concetto complesso difficile da definire, ma è indubbio che essa sia fondamentale per l’uomo e nel suo legame con il pianeta.

Istituita nel 2013, la Giornata Internazionale della Felicità coincide con l’equinozio di Primavera, un momento dell’anno che segna la rinascita e il fiorire della Natura.

L’obiettivo di questo giorno è espresso nella risoluzione del 2012 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: «…La ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità». Non solo, mettendo al primo posto questo sentimento, è possibile favorire il benessere degli uomini e un loro legame più sano con il mondo. Sostenibilità, equità e inclusività sono infatti concetti positivi che si legano alla felicità.

L’idea di celebrare tale sentimento, in particolare, è stata ispirata dal Bhutan, paese con uno dei più bei monasteri al mondo che dagli anni ’70 calcola il proprio benessere con l’indice FNL (Felicità Nazionale Lorda) e che ha in progetto la costruzione di una città, Mindfulness City, che persegue il medesimo fine.