UNA SOFFERENZA SERENA: PENSIERI DI FAUSTO GEI – VOLONTARIO DELLA SOFFERENZA – PER IL MESE DI FEBBRAIO

 

  • Non vergogniamoci della nostra debolezza e non rifiutiamo il conforto altrui. Voler bastare a noi stessi è uno stato di orgoglio e di superbia. Ciò è contro lo spirito cristiano.
  • Molte volte bisogna obbedire agli uomini, anche se l’obbedienza ci costa umiliazione, sacrificio, fatica. La Madonna ci diede l’esempio quando si recò al Tempio per purificarsi. Non voleva esser trattata diversamente dalle altre madri, non voleva eccezioni alle leggi.
  • Più bella è la rosa, più pungenti sono le spine.
  • Non trovo giusto compiere un dovere per divertimento: o è dovere o è piacere.
  • Non vantiamoci se riusciamo a fare qualche cosa, perché siamo solo dei piccoli strumenti nelle mani di Dio. Se una operazione chirurgica riesce bene il merito non è del bisturi, ma del
  • La forza dei deboli sostiene la debolezza dei
  • Per salire bisogna predisporsi alla fatica.
  • Bisogna esser coerenti in tutto per dar prova che ciò che diciamo risponde a verità.
  • L’ammalato non vuole commiserazioni perché questo sentimento negativo lo fa soffrire mag Egli desidera la comprensione che è, più che altro, la silenziosa compartecipazione alla sua sofferenza.
  • I calmanti sono come i cespugli dietro i quali un soldato si nasconde per paura del nemico.
  • La festa odierna ci invita a fare una particolare meditazione. A Lourdes la Madonna apparve soprattutto per invitare gli uomini alla preghiera ed alla penitenza. Chi meglio del malato può comprendere questa duplice richiesta? Pregando, egli soffre e fa penitenza; soffrendo, egli prega e fa penitenza.
  • La sofferenza difende lo spirito dell’uomo, come le spine difendono le rose.
  • Chi cerca l’ultimo posto, troverà il primo.
  • Abbiamo un bruttissimo vizio: quello di giudicare errate tutte le cose che fanno gli altri e di credere esatte soltanto quelle che facciamo noi.
  • Chi ama intensamente, dona con disinteresse. Ecco perché il malato offre tutto a Dio.
  • Saper vedere, saper udire, saper tacere: ecco il trinomio per vivere in armonia con tutti.
  • La sofferenza è la preziosa moneta che Dio ci offre per saldare i debiti contratti con Lui.
  • Oggi desidero invitarvi a fare una meditazione su Santa Bernardetta. Ricordiamoci di questa piccola, grande Santa che ebbe il privilegio di parlare con la Madonna e che ci trasmise i messaggi celesti. ChiediamoLe di Presentare alla Vergine l’omaggio dei nostri «fiori».
  • È strano! Se c’è un foglio bianco con una macchia, tutti dichiarano di aver visto soltanto «una macchia». Nessuno dice di aver visto «un foglio bianco con una macchia».
  • Uno sguardo dolce ed espressivo è più eloquente di un lungo discorso ricco di parole altisonanti e stereotipate.
  • È difficile correggere il proprio carattere, ma non è impossibile. Con la volontà si riesce a fare
  • Una buona parola è più efficace di un balsamo salutare.
  • Chi semina nel dolore, raccoglie nella gioia.
  • Non è un mistero «soffrire bene». È un mistero «non soffrire bene».
  • Con la venuta di Gesù Cristo, siamo stati liberati non dalla sofferenza, ma dalla sofferenza inutile (P. Charles).
  • Abituiamoci ad offrire a Dio anche le piccole rinunce e i piccoli sacrifici. Ci possono sembra­re inezie, ma Dio gradisce molto tutto. Pensiamo che la montagna è composta di atomi.
  • Tutto serve, anche la vite più piccola, al perfetto funzionamento di una macchina. Tutti servono, anche coloro che sono deboli e che si credono inutili, al prefetto funzionamento della società.
  • Non si devono superare le difficoltà come fa il fantino, ma come fa il fante che le vince com
  • Gli ammalati sono i plenipotenziari del Paradiso: con la preghiera vissuta nella sofferenza, possono ottenere da Dio tutte le grazie che desi­

 

[Fonte: Fausto Gei, Una sofferenza serena]