Le Missioni nei lebbrosari del Beato Luigi Novarese

 

Un’iniziativa che si concluse in un breve spazio di tempo, ma che Mons. Luigi Novarese intendeva continuare e che ha perciò lascia­to alla Sua Associazione. Dal suo grande amore per tutti gli ammala­ti non potevano essere esclusi i degenti nei Lebbrosari e nei Sanatori, ambienti nei quali più facilmente può annidarsi la ribellione a Dio ed il vizio.

La Prima Missione fu realizzata dall’8 al 12 aprile 1964 fra gli hanseniani di Messina: una missione che lasciò un’impronta profonda in molti degenti che continuarono per molti anni a ri­manere in corrispondenza con Monsignore. Proprio in occasione di tale missione il Santo Padre Paolo VI, informato, fece pervenire a Mons. Novarese una Lettera Autografa nella quale, oltre che ribadire la dignità di ogni sofferente, autenticò il termine “vocazione alla sofferenza” che tanta importanza avrebbe poi rivestito nell’insegnamento del Magistero (Cf. Lettera Apostolica “Salvifici Dolo­ris” di Giovanni Paolo II). In quella lettera autografa Paolo VI di­ceva fra l’altro:

“Iniziandosi la prima Missione presso i sofferenti hansenia­ni, abbiamo desiderato con viva sollecitudine rivolgere una parola di particolare benevolenza ai diletti ammalati, per attestare loro il nostro affetto e interessamento… Ben a ragione, il titolo che si è voluto dare alle prossime Missioni, suona così:” la vocazione del sofferente nell’insegnamento del divin Crocifisso”. Di fatto, è questa una vera, grande, inequivocabile chiamata a “dar compimen­to nella nostra carne a ciò che manca alla tribolazione di Cristo a pro del suo corpo che è la Chiesa”. (Col. 1,24)… Il nostro sguardo, inoltre, in questo momento si rivolge anche a quei tanti soffe­renti, degenti da anni in case di cura cui le Missioni vogliono an­dare incontro. Escano questi figli dilettissimi dall’isolamento spirituale; la cristiana società ha bisogno di loro… Un elogio ed un incoraggiamento particolare vadano ai solerti “Silenziosi Operai della Croce”, cui si deve il benefico avvio di queste Missioni. Sia per essi argomento di gioia potersi prodigare tra i fratelli sofferenti “ut non evacuetur Crux Christi” (1 Cor. 1,17)”. A questa Missione seguirono, poi, quelle nel Sanatorio “Rasori” di Parma (23‑28 novembre 1964); di Saccasessola di Venezia (15‑20 dicembre 1964) e nel Lebbrosario di Gioia del Colle di Bari. Le Missioni, oltre a raggiungere tutti gli ammalati, erano rivolte anche al personale medico ed infermieristico. Nelle Missioni fu sperimentata l’efficacia dell’azione discreta e premurosa delle “Sorelle” che prepararono presso gli ammalati più difficili la via al Sacerdote.

Che Mons. Luigi Novarese desiderasse la continuità di questa iniziativa lo dimostra anche questo fatto: trovandosi Egli ad Assisi con un gruppo della Sua Comunità nei giorni 11‑12 novembre 1973, proclamò San Francesco d’Assisi e Santa Chiara Patroni delle Missioni dei Silenziosi Operai della Croce.