Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato
Esther Hillesum (15 gennaio 1914, Middelburg, Paesi Bassi; 30 novembre 1943, Oświęcim, Polonia), detta Etty, è stata una scrittrice olandese ebrea vittima dell’Olocausto.
«… Eppure, in un momento di abbandono, io mi ritrovo sul petto nudo della vita e le sue braccia mi circondano così dolci e protettive, e il battito del suo cuore non so ancora descriverlo: così lento e regolare e così dolce, quasi smorzato, ma così fedele, come se non dovesse arrestarsi mai, e anche così buono e misericordioso. Io sento la vita in questo modo, né credo che una guerra, o altre insensate barbarie umane, potranno cambiarvi qualcosa».
Commento
Abbiamo celebrato ieri la Giornata della Memoria. In un durissimo momento storico, difficilissimo da “com-prendere”. Che pare ribaltare attivamente e specularmente ciò che si vuole ricordare… perché non accada MAI PIÙ.
Quando la percezione di sofferenze indicibili e del non senso di ciò che le causa ci sferza così forte, anche la poesia diviene… incapace di lenire il nostro dolore, col balsamo che le è proprio. Oggi, ci fermiamo allora alla prosa. Di una Donna “immensa”… che ha saputo amare; respirare, generare e diffondere Speranza e fiducioso abbandono, pur nelle situazioni più deprivanti di umanità.
E l’ha fatto stringendosi alla Vita con tutto il proprio Essere; lasciandosi abbracciare da essa… fino a scivolare ineluttabilmente, ma dolcemente… nell’Eternità di Dio, e dell’umano ricordo.
Grazie, Etty!
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