Il Messaggio del Papa per la XXXII Giornata Mondiale del Malato

A firma del 10 gennaio, ma pubblicato oggi, 13 gennaio 2024, viene promulgato il tradizionale Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del Malato.

La focalizzazione del Messaggio è sulla cura delle relazioni, poiché queste sono il fondamento della vita umana. “Fin dal principio, Dio, che è amore, ha creato l’essere umano per la comunione, inscrivendo nel suo essere la dimensione delle relazioni. Così, la nostra vita, plasmata a immagine della Trinità, è chiamata a realizzare pienamente sé stessa nel dinamismo delle relazioni, dell’amicizia e dell’amore vicendevole. Siamo creati per stare insieme, non da soli”.

La latitanza della cura delle relazioni colpisce la profondità di ogni essere umano, sano o malato, e “l’esperienza dell’abbandono e della solitudine spaventa ancora di più nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria”.

Radice della solitudine è “la cultura dell’individualismo, che esalta il rendimento a tutti i costi e coltiva il mito dell’efficienza, diventando indifferente e perfino spietata quando le persone non hanno più le forze necessarie per stare al passo. Diventa allora cultura dello scarto”.

È messo in questione anche “il diritto fondamentale alla salute e l’accesso alle cure. L’abbandono dei fragili e la loro solitudine sono favoriti anche dalla riduzione delle cure alle sole prestazioni sanitarie, senza che esse siano saggiamente accompagnate da una “alleanza terapeutica” tra medico, paziente e familiare”.

La Parola di Dio, “Non è bene che l’uomo sia solo! svela il senso profondo del suo progetto per l’umanità”. Per questo, “la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza. Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni, di tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari –, col creato, con sé stesso”.

Il Papa si rivolge poi direttamente ai fragili: “A voi, che state vivendo la malattia, passeggera o cronica, vorrei dire: non abbiate vergogna del vostro desiderio di vicinanza e di tenerezza! Non nascondetelo e non pensate mai di essere un peso per gli altri”.

E l’invito per ogni essere umano, ma in modo particolare ai credenti: “Gli ammalati, i fragili, i poveri sono nel cuore della Chiesa e devono essere anche al centro delle nostre attenzioni umane e premure pastorali. Non dimentichiamolo! E affidiamoci a Maria Santissima, Salute degli infermi, perché interceda per noi e ci aiuti ad essere artigiani di vicinanza e di relazioni fraterne”.

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