Nel discorso alla Curia romana per gli auguri natalizi il Papa indica tre verbi per l’itinerario di fede personale e per il servizio ecclesiale

Nella Chiesa la vera differenza non è tra “progressisti” e “conservatori” ma tra “innamorati” e “abituati”

«Ascoltare, discernere, camminare»: sono i tre verbi per l’itinerario di fede personale e il servizio ecclesiale che Papa Francesco indica alla Curia romana durante la tradizionale udienza per gli auguri natalizi, svoltasi stamane nell’Aula della Benedizione. Una sorta di manuale di istruzioni, riassunto in tre azioni, “consegnato” dal Pontefice «attraverso alcuni dei personaggi principali del Natale»: la Vergine Maria per l’ascolto, Giovanni il Battista per il discernimento e i Magi per il cammino.

Dopo il saluto del cardinale decano Re, che ha ripercorso i momenti più significativi di quest’anno, il decimo del pontificato, il vescovo di Roma nel suo discorso denuncia le contraddizioni di «un tempo», quello attuale, «ancora tristemente segnato dalle violenze della guerra, dai rischi epocali a cui siamo esposti a causa dei cambiamenti climatici, dalla povertà, dalla sofferenza, dalla fame e da altre ferite che abitano la nostra storia». Ma al contempo rilancia un messaggio di speranza, perché — dice — «è confortante scoprire che anche in questi “luoghi” di dolore come in tutti gli spazi della nostra fragile umanità, Dio si fa presente in questa culla, la mangiatoia che oggi Egli sceglie per nascere e per portare a tutti l’amore del Padre».

In particolare confida «la riflessione di uno zelante sacerdote… che può aiutare anche noi nel nostro lavoro di Curia. Egli dice che si fa fatica a riaccendere le braci sotto la cenere della Chiesa. La fatica, oggi, è quella di trasmettere passione a chi l’ha già persa da un pezzo». Del resto, ha aggiunto, «a sessant’anni dal Concilio, ancora si dibatte sulla divisione tra “progressisti” e “conservatori”, ma questa non è la differenza: la vera differenza centrale è tra “innamorati” e “abituati”».

Infine, nell’invocare «la grazia della gioia nel servizio umile e generoso», raccomanda di non perdere «il senso dell’umorismo, che è salute».

Il discorso del Papa