Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato
Abū Ismāʿīl ʿAbd Allāh ibn Abī Manṣūr Muḥammad o Khwāja ʿAbd Allāh Anṣārī Harawī o semplicemente Ansari di Herat (10 maggio 1006, Herat, Afghanistan – 1088, Herat), è stato un mistico persiano, annoverato tra le grandi figure della mistica sufi.
Salvami
dalle insidie dell’ego
Prendimi la mano:
privo della Tua misericordia
sono perduto
O Dio, possa il mio cervello vacillare
quando penso a Te
possa scintillare il mio cuore
quando vibra secondo i misteri
della Tua grazia
Che la mia lingua danzi
pronunciando nient’altro
che la Tua lode
Vivo per fare la Tua volontà
Ogni mio atto è preghiera
che verso di Te si slancia
Potente: allontanami da tutti
avvicinami a Te
Chi è consapevole della Tua
presenza, ritiene inutile la vita:
occuparsi dei bambini
della famiglia e delle cose terrene
Chi è inebriato del Tuo amore
frequenta entrambi i mondi:
a cosa può servirti dunque
questo tuo folle devoto?
La mia vita pulsa in Te
il mio cuore trema a Te obbligato.
Se sulla mia polvere nascesse l’erba
ogni ciuffo si inchinerebbe devoto a Te.
Commento
I mistici di ogni tempo e luogo sono legati da un indistruttibile fil rouge: “l’esperienza” dell’Unico Amore che veramente conta, per la loro Vita.
“Chi è inebriato del Tuo amore
frequenta entrambi i mondi”.
Ed è proprio quel mondo inesprimibile con umano linguaggio che questi versi provano a trasmetterci, facendo balenare nel qui ed ora del nostro quotidiano il calore ed il riflesso della Luce increata.
Davanti a cotanto avvolgente splendore, che travalica ogni confine di Fede e cultura… ha ancora senso pensare ed affermare che le religioni dividono i popoli?!?
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