Questa mattina, all’alba, don Enzo ha chiuso gli occhi su questo mondo e li ha aperti per contemplare il Signore della gloria che ha servito come sacerdote santo per più di 50 anni.
Don Enzo era nato a Castel del Piano, in provincia di Grosseto, il 23 agosto 1945. Era stato ordinato sacerdote in Piazza San Pietro il 17 maggio 1970 da papa Paolo VI insieme ad altri 277 seminaristi provenienti da varie parti del mondo. In quei giorni Papa Montini ricordava anch’egli cinquant’anni di sacerdozio e volle festeggiarli ordinando nuovi preti per la Chiesa e per il mondo. Tra loro il giovane Enzo Mantiloni.
Dopo 50 di sacerdozio, nel 2020, don Enzo ha festeggiato i suoi lunghi anni di servizio alla Chiesa indossando la casula che gli aveva donato Paolo VI.
Da Castel del Piano, don Enzo era giunto ancora un bambino nella piana maremmana con la famiglia. Al babbo era stato assegnato un podere della Riforma fondiaria nella zona di Pian del Bichi. Ogni domenica Enzo raggiungeva a piedi, con la famiglia, la parrocchia di Montemassi dove serviva Messa a don Emilio Renzi, che finita quella celebrazione, caricava Enzo sulla Vespa e lo portava con sé in una chiesetta patronale a Pescaia, dove il chierichetto gli serviva di nuovo Messa. Don Emilio intuì in quel ragazzino una predisposizione alla vita di fede. E fu proprio il parroco, al termine delle scuole elementari, ad aiutare Enzo a entrare nel Seminario minore di Grosseto.
Nell’ottobre del ’72 don Enzo viene mandato parroco ad Arcille, dove è rimasto vent’anni. Fu in questa parrocchia che don Enzo iniziò ad accompagnare il Centro Volontari della Sofferenza, seguendo passo passo anche la vita bambina della nostra sorella Giovanna Bettiol la cui vocazione fra i Silenziosi Operai della Croce definì indimenticabilmente come “un fiore della maremma”.
Nella parrocchia di Caldana don Enzo è stato parroco per molti anni, occupandosi della responsabilità di “Casa Myriam” a Marina di Grosseto, sede del Centro Volontari della Sofferenza.
Al termine della Messa del suo 50° il vescovo, Mons. Roncari, gli aveva un crocifisso sbalzato antico, poggiato su una croce in legno. “In questo segno – gli aveva detto – c’è tutta la tua storia legata alla dimensione della sofferenza”.
Nel segno del Crocifisso, in questo venerdì santo 2023, don Enzo, trasfigurato da un’esperienza di sofferenza che ha vissuto in spirito di umile offerta di sé, raggiunge il Regno dei cieli.
A lui la nostra gratitudine per la sua fedeltà a Cristo, alla Chies, e al carisma del Centro Volontari della Sofferenza.
Come mi ripeteva alle mie tante domande, al pressing che gli facevo … mi rispondeva:
sali uno scalino alla volta ..
Ed insieme fatta tanta strada, conosciuto tante persone, tante situazioni, tanta vita difficile ma intensa… Gratitudine x aver condiviso realtà umanamente complesse ma ricche, profonde.
A te Don Enzo con l’ultimo abbraccio ti ho detto che ti voglio bene ed è stato momento di tanto Amore… vero.
Tanto ti è stato chiesto ma anche tanto ti è stato donato.
Fiat
Conosciuto Don Enzo nel 1995, allora parroco alla Santa Famiglia.
Indicato il suo nome da assiste sociale, nel 1992 ero diventata disabile, sorda e altro. Ci siamo incontrati e da quell’incontro mi sono inserita nel CVS, costituendo con altri il gruppo di avanguardia, CVS diocesano di Grosseto. Cammino ancora con, per e nel CVS grazie a Don Enzo