Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa
Erri De Luca. Enrico De Luca, detto Erri (Napoli, 20 maggio 1950), è uno scrittore, giornalista, poeta e traduttore italiano.
MARE NOSTRO
Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola e del mondo,
sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale.
Accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde,
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.
Mare nostro che non sei nei cieli,
all’alba sei colore del frumento,
al tramonto dell’uva di vendemmia,
ti abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste.
Tu sei più giusto della terraferma,
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le vite cadute
come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
da carezza, da abbraccio e bacio in fronte
di madre e padre prima di partire.
COMMENTO
È duro e difficile pensare di scrivere qualsiasi riflessione su queste parole. Oggi più che mai, esse dicono e danno la misura di drammi inenarrabili.
Quelli di chi il mare l’hanno avuto come tomba liquida, certamente. Forse ancora più, quelli di coloro che, a vario titolo, contribuiscono al realizzarsi delle assurde, disumane, oscene condizioni di vita che conduce poi dritto alla morte.
Allora… benedetto sarà il fondale che darà l’ultimo silente abbraccio a vite protagoniste della più straziante battaglia: quella tra la certezza di un presente invivibile, e la speranza di un domani forse improbabile, ma disperatamente sognato, cercato… e mai vissuto quaggiù. Perché via diretta verso le braccia di Dio
Che MAI respingono. NESSUNO.
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