Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato

Jean Lavoué, nato nel 1955 a La Fresnais, è un autore francese, poeta e saggista.

Se il silenzio ti sfugge
Se il silenzio ti sfugge
Fuggi con lui!
Segui il primo uccello,
Ascolta bene il suo canto:
Come esso risuona in te
Di un amore infinito.
Se il freddo ti blocca
Calzati di coraggio,
Metti i tuoi passi nella neve
Segui dei cammini di gelo,
Sperimenta la loro dolcezza
Addomestica le loro grida.
Quando il giorno ti impoverisce, quando la notte ti precede,
E tu non sai più l’ora
Né l’istante della tua perdita,
Posa lì i tuoi desideri
Le tue armi ed i tuoi combattimenti.
Esci dalle ombre testarde,
Prendi la via sovrana
Che ha come sole luci
Quelle di sposare i tuoi passi.
Se il tuo cuore ti fa male
Se il tuo corpo ti malmena,
Se la tua vita è per te
Un supplizio, una croce,
Ascolta mormorare
La linfa delle tue vene:
Sii il sangue delle radici,
Lo sfiorare dell’ala,
L’adagio delle nuvole,
La vibrazione dell’aria.
Se tu ti senti molto solo
Se l’inverno è in te
Come un pozzo disertato,
Un ramo così nudo,
Un mattino senza sole,
Sfiora la dura scorza,
Indovina la sua infanzia,
Sii per lei stagione
Rumorosa di gemme.
Non trattenere nulla per te,
Lascia fare il silenzio
Ed esso te lo restituirà
Il più vicino possibile alla tua gioia.

Commento
Queste parole ci raggiungono tra la Giornata Mondiale del Malato e la Festa di quelli che si amano, quasi come parabola dell’umano esistere.
Non c’è Amore vero che non includa la propria parte di sofferenza… perché anche di essa è intrecciata la trama del nostro quotidiano vivere.
Quando ci sentiamo stretti tra le sue ruvide fibre, è il momento di ri-cercare il contatto con quella linfa vitale che Cristo col Battesimo ha immesso nelle nostre vene. Ed essa ci porterà fino alle nostre radici… per poter da lì riprendere la crescita verso l’Alto, e respirare l’aria pura delle Vette.