Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
A cura di Maria Teresa Neato

Emily Elizabeth Dickinson (10 dicembre 1830, Amherst, Massachusetts, Stati Uniti -15 maggio 1886, Amherst) è stata una poetessa statunitense, considerata tra i maggiori lirici moderni.

Io, sperando, temevo.
Sono audace dacché non spero più.
Dovunque sola,
sto salda come chiesa.
Non mi nuocciono spettri
non m’incanta il serpente.
Depone la condanna
colui che l’ha sofferta.

COMMENTO. Si sperano gioie, salute, beni, soluzioni a venire. Si spera un Amore che entri come sole in casa buia, da finestre finalmente spalancate.
E l’ansia pare essere spesso inseparabile dama di compagnia di ciò che è ancora solamente atteso, ma non ricevuto o compiuto.
Non sperare più… parrebbe la sicura via di fuga da tale logorio.
Eppure… solo soffrendola, la condanna, solo passando attraverso il male, si riesce ad andarci oltre. Ritrovandoci forti ed al sicuro.
Come in una chiesa inondata dalla Luce del mattino di Pasqua.