Ogni domenica un versetto poetico. Per andare oltre il visibile. Perché le parole trasformano il mondo.
Nella festa liturgica dell’Ascensione, i versi di Clemente Rebora. Clemente Luigi Antonio Rebora (Milano, 6 gennaio 1885 – Stresa, 1 novembre 1957) è stato un presbitero, poeta e insegnante italiano. Insegnò lettere e collaborò a diverse riviste tra cui “La Voce”. Le sue prime poesie rivelavano un profondo interesse per problematiche morali che lo portarono a una crisi spirituale.
ASCENSIONE
Mentre il creato ascende in Cristo al Padre,
nell’arcana sorte
tutto è doglia del parto:
quanto morir perché la vita nasca!
pur da una Madre sola, che è divina,
alla luce si vien felicemente:
vita che l’amore produce in pianto,
e, se anela, quaggiù è poesia;
ma santità soltanto compie il canto.
Clemente Rebora
Commento.
Tra gli autori che “testimoniano in versi il tormento profondo dell’uomo alienato ed esposto alle angosce delle estreme domande esistenziali, Rebora è colui che più di tutti ha trasfuso in poesia esistenzialità e moralità, disperazione e speranza, rifiuto dell’esistenza e ansia di assoluto”. (Elio Gioanola)
La poesia, una volta di più, ci dice in sintesi il Mistero dell’Amore incarnato nella Vita attraverso il dolore. Lungo la perenne via della santità. Che rima anche con felicità!
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