Il 21 maggio del 1972 era domenica di Pentecoste. Nessun immaginava le intenzioni di Lazlo Toth, giovane trentaquattrenne australiano di origini ungheresi, di professione geologo. Entrato nella Basilica di San Pietro, riesce a eludere la sorveglianza e prende a martellate La Pietà di Michelangelo Buonarroti.

Nel compiere questo inaudito atto vandalico, Lazlo Toth urla: “Sono Gesù Cristo risorto dalla morte!”. Prima che riescano a bloccarlo, colpisce la Vergine con 15 martellate, ferendo il braccio sinistro, il gomito e il volto della Madre.

Sono passati 50 anni da quell’episodio insensato e tutti possono ammirare la celebre scultura restaurata perfettamente.

L’autore dello sfregio, riconosciuto infermo di mente, fu tenuto in un manicomio italiano per un anno e poi rimpatriato in Australia. Dopo appena sette mesi, il 21 dicembre la statua tornò al suo posto e da allora è protetta da una speciale parete di cristallo antiproiettile.

Tra i primo ad accorrere in basilica, il Papa Paolo VI che dichiarò: “Il fumo di Satana è entrato nelle sale dei sacri palazzi”, mettendo in luce il fatto che la Chiesa stesse attraversando un momento molto difficile sotto diversi aspetti.

Al seguito di Paolo VI, c’era anche Mons. Novarese, ufficiale della Segreteria di stato. Profondamente colpito dal gesto profanatore, Luigi scrive una preghiera e invita tutti gli associati a compiere un gesto di riparazione.

Preghiera alla Vergine della «Pietà» di Michelangelo
dopo il sacrilego atto vandalico che la mutilò

Ti ha colpita, Madre,
un fratello nostro di fede
e Ti ha mutilata,
riproducendo così sul Tuo corpo
proteso in un supremo atto d’amore
e di riparazione verso il Divin Redentore,
i segni dell’odio e del peccato!
E Tu resti così, sfregiata,
sull’altare che ha visto inginocchiarsi,
dinanzi a Te migliaia di fedeli,
guidati e sorretti dall’amore di figli
che a Te li legava,
e dall’esempio dei Vicari del Tuo Gesù
che mai cessarono di additarti
quale Madre di pietà e di misericordia!

I fiori che il Papa
ha deposto dinanzi a Te,*dopo il sacrilego insulto,
sono fiori di tutti i Tuoi figli,
che dolenti, si inchinano
in segno di pentimento e di preghiere
per riparare l’offesa esecranda!

Ora tocca a noi
protendere le braccia
della nostra riparazione
in segno di pietà e di amore
verso il Tuo e nostro Gesù,
per lenire le ferite
che con insana continuità
vengono prodotte nella Chiesa!

Il Tuo Cuore di Madre
è stato già tante volte lacerato
dai nostri peccati
e dalle nostre contestazioni,
ma Tu sei rimasta ferma,
come impietrita
al Tuo posto di mediazione,
superando il dolore per le nostre manchevolezze,
protesa, a vedere ed approfondire
la gravità delle nostre ferite,
per lavarle con il sangue e con l’acqua,
scaturiti dal costato dei Tuo Divin Figlio
in quel tremendo pomeriggio di venerdì
reso santo dalla Sua morte!

Perdonaci, Madre!
Tutti in quel gesto insano Ti abbiamo colpita;
Ti abbiamo colpita
con i peccati che hanno macchiato
il candore dell’anima nostra,
purificata dalla grazia
nel giorno dei Battesimo!

Tienici fra le Tue braccia,
con lo stesso amore
con cui trattenesti
il corpo esangue dei Tuo Gesù.
Siamo membra
del Suo Corpo Mistico,
ferite, e spesso deturpate
dalle tante debolezze
che ci circondano!
Ma se Tu ci trattieni sulle Tue ginocchia
la vita non scomparirà in noi
e ancora potremo continuare a sperare
perché, Tu, Vergine Addolorata,
proprio perché addolorata,
sei Madre di vita e di speranza!

Guarda, Madre, le nostre ferite,
mentre noi consideriamo
quelle che con i peccati
abbiamo prodotto sul Corpo del Tuo Divin Figlio
e nel Tuo Cuore Immacolato.
La considerazione
di quanto tutti moralmente abbiamo commesso,
ci obbliga a comprendere sempre di più
il posto vocazionale
che dobbiamo tenere con vita intemerata
nella compagine della Chiesa
di cui Tu sei Modello impareggiabile.

Benedici, Madre,
quel figlio che Ti ha oltraggiata,
anch’egli non comprendeva quel che faceva.

Benedici il Vicario del Tuo Gesù
che dinanzi a Te ha dimostrato
la sua profonda amarezza
per l’insulto a Te rivolto,
proprio nel giorno che ricorda
la presenza di mediazione
accanto alla Chiesa nascente,
a Gerusalemme,
con la venuta dello Spirito Santo!

Benedici anche noi,
figli Tuoi amorosi,
che sentiamo nel cuore nostro
la profonda amarezza di quanto avvenuto.
Il Tuo dolore sia richiamo per tutti,
o Madre di pietà e di Misericordia. Amen!

Luigi Novarese, Pentecoste 1972