Una preghiera pubblica, corale, che unisce tutta la Chiesa, per implorare la pace e consacrare al Cuore Immacolato di Maria l’umanità intera e in special modo la Russia e l’Ucraina, mentre purtroppo ancora infuriano i combattimenti e i bombardamenti che mietono vittime tra i civili ucraini. Un gesto semplice, umile, di chi crede e confida nella potenza della preghiera e non in quello degli armamenti.
L’affidamento a Maria ha un riferimento evangelico. Nel Vangelo di Giovanni leggiamo infatti che Gesù, dalla croce, affida l’unico apostolo presente sul Calvario alla Madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. E subito dopo, aggiunge, rivolgendosi a Giovanni: “Ecco tua madre!”. Dell’atto di consacrazione o di affidamento a Maria ritroviamo tracce almeno a partire dall’VIII secolo, con Giovanni Damasceno, teologo arabo di fede cristiana e Dottore della Chiesa, originario di Damasco. È lui a formulare la prima preghiera di consacrazione alla Madonna: “Anche noi oggi ti restiamo vicini, o Sovrana. Sì, lo ripeto, o Sovrana, Madre di Dio e Vergine. Leghiamo le nostre anime alla tua speranza come ad un’ancora saldissima e del tutto infrangibile, consacrandoti mente, anima, corpo e tutto il nostro essere e onorandoti, per quanto ci è possibile, ‘con salmi, inni e cantici spirituali’ (Ef 5,19)”.
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