È significativo che il Papa pubblichi il Messaggio per la Giornata Missionaria nella solennità dell’Epifania. I magi sono segno delle persone che, evangelizzati, evangelizzano. Andando per strade inedite.
Il Messaggio si divide in tre parti che si pongono a commento del versetto degli Atti degli Apostoli al capitolo 1: “Mi sarete testimoni», fino ai confini della terra. Riceverete la forza dallo Spirito Santo”.
“Di me sarete testimoni”. Su questo primo versetto Papa Francesco fa due considerazioni importanti:
la prima è “la forma plurale” che “sottolinea il carattere comunitario-ecclesiale della chiamata missionaria dei discepoli. Ogni battezzato è chiamato alla missione nella Chiesa e su mandato della Chiesa: la missione perciò si fa insieme, non individualmente, in comunione con la comunità ecclesiale e non per propria iniziativa. E se anche c’è qualcuno che in qualche situazione molto particolare porta avanti la missione evangelizzatrice da solo, egli la compie e dovrà compierla sempre in comunione con la Chiesa che lo ha mandato. Infatti, non a caso il Signore Gesù ha mandato i suoi discepoli in missione a due a due; la testimonianza dei cristiani a Cristo ha un carattere soprattutto comunitario. Da qui l’importanza essenziale della presenza di una comunità, anche piccola, nel portare avanti la missione”;
la seconda è vivere in chiave di missione: siamo “inviati da Gesù al mondo non solo per dare testimonianza, ma anche e soprattutto per essere testimoni di Cristo. L’essenza della missione è il testimoniare Cristo, vale a dire la sua vita, passione, morte, e risurrezione per amore del Padre e dell’umanità. I missionari di Cristo non sono inviati a comunicare sé stessi, a mostrare le loro qualità e capacità persuasive o le loro doti manageriali. Hanno, invece l’altissimo onore di offrire Cristo, in parole e azioni, annunciando a tutti la Buona Notizia della sua salvezza con gioia e franchezza”.
Fino ai confini della terra. Il Papa ricorda “l’attualità perenne di una missione di evangelizzazione universale. Si mette in risalto il movimento geografico “centrifugo”, quasi a cerchi concentrici, da Gerusalemme, considerata dalla tradizione giudaica come centro del mondo, alla Giudea e alla Samaria, e fino “all’estremità della terra. Gli Atti degli Apostoli ci raccontano questo movimento missionario: esso ci dà una bellissima immagine della Chiesa “in uscita” per compiere la sua vocazione di testimoniare Cristo Signore.
A causa di persecuzioni religiose e situazioni di guerra e violenza, molti cristiani sono costretti a fuggire dalla loro terra verso altri Paesi. Siamo grati a questi fratelli e sorelle che non si chiudono nella sofferenza ma testimoniano Cristo e l’amore di Dio nei Paesi che li accolgono. Di conseguenza, la cura pastorale dei migranti è un’attività missionaria da non trascurare, che potrà aiutare anche i fedeli locali a riscoprire la gioia della fede cristiana che hanno ricevuto.
L’indicazione “fino ai confini della terra” dovrà interrogare i discepoli di Gesù di ogni tempo e li dovrà spingere sempre ad andare oltre i luoghi consueti per portare la testimonianza di Lui. La Chiesa di Cristo era, è e sarà sempre “in uscita” verso i nuovi orizzonti geografici, sociali, esistenziali, verso i luoghi e le situazioni umane “di confine”, per rendere testimonianza di Cristo e del suo amore a tutti gli uomini e le donne di ogni popolo, cultura, stato sociale.
Riceverete la forza dallo Spirito Santo. Francesco ricorda che “come «nessuno può dire: “Gesù è Signore”, se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1 Cor 12,3), così nessun cristiano potrà dare testimonianza piena e genuina di Cristo Signore senza l’ispirazione e l’aiuto dello Spirito. Perciò ogni discepolo missionario di Cristo è chiamato a riconoscere l’importanza fondamentale dell’agire dello Spirito, a vivere con Lui nel quotidiano e a ricevere costantemente forza e ispirazione da Lui. Anzi, proprio quando ci sentiamo stanchi, demotivati, smarriti, ricordiamoci di ricorrere allo Spirito Santo nella preghiera, la quale – voglio sottolineare ancora – ha un ruolo fondamentale nella vita missionaria, per lasciarci ristorare e fortificare da Lui, sorgente divina inesauribile di nuove energie e della gioia di condividere con gli altri la vita di Cristo”.
Alla fine del Messaggio il Papa ricorda ed elogia alcune persone che sono state alle origini di Opere missionarie, riconosciute come “pontificie”; uomini e donne semplici per missioni straordinarie.
Tra essi noi ricordiamo il Beato Luigi Novarese che ha ispirato e consolidato la consapevolezza missionaria nelle persone sofferenti e le migliaia di persone che nella appartenenza al Centro Volontari della Sofferenza hanno trovato il loro compito di evangelizzatori.
Vorrei essere anch’io con voi e con loro a fare parte di una comunità che ha il coraggio di ricominciare tutto da capo. Grazie di darci l’esempio di un fiducioso affidamento.