“Le mamme sono “angeli senza ali”, scriveva un poeta.” Così inizia un articolo di Vatican News che parla di un gruppo Facebook di supporto a madri disabili.
In una intervista a Margherita Rastiello, una delle cofondatrici di questa pagina Facebook intitolata “Disabilmente mamme”, lei racconta che “La pagina è nata prima di tutto per noi, per sostenerci, perché ci sentivamo mosche bianche, perché parlare di disabilità abbinata alla maternità era estremamente difficile. Le persone o ti vedevano come una scellerata o una super eroina. In realtà eravamo solo donne, con le stesse paure di tutte le altre, moltiplicate per la nostra disabilità, che nel nostro caso è essenzialmente motoria. Nella pagina ci confrontavamo su come affrontare le difficoltà di tutti i giorni.”
Lungo quest’intervista, Margherita difende l’importanza che la donna sia vista precisamente come una persona e non soltanto identificata con la malattia che ha. Afferma che questa consapevolezza non è automatica, “però quando lo capisci ti trasformi. Il limite c’è e ci sarà sempre, la nostra disabilità non sparisce, ma se trovo la strada per superalo posso dirlo a chi verrà dopo di me, perché la disabilità non passerà quando io sparirò”.
Speriamo che questi esempi di voglia di vincere le barriere insieme alla promozione integrale della persona disabile siano ogni volta più frequenti e ci aiutino a vivere pure noi la nostra spiritualità con la spinta e la gioia di far diventare il futuro un luogo di vita comune e integrativo. Ovunque ci sia sofferenza c’è pure la possibilità della vita gioiosa in Dio.
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