“Passata la crisi sanitaria, voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”.
Inizia con queste parole il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del Migrante e del rifugiato.
Il “noi”, lui dice, è “un chiaro orizzonte per il nostro comune cammino in questo mondo”.
Un orizzonte “presente nel progetto creativo di Dio” dove l’uomo è creato “a immagine del suo Essere Uno e Trino, comunione nella diversità”.
La storia della salvezza non è fatta da uomini soli ma “vede un noi all’inizio e un noi alla fine, e al centro il mistero di Cristo, morto e risorto perché tutti siano una sola cosa”.
L’esame della realtà tuttavia “ci mostra che il noi voluto da Dio è rotto e frammentato, ferito e sfigurato. E questo si verifica specialmente nei momenti di maggiore crisi, come ora per la pandemia. E il prezzo più alto lo pagano coloro che più facilmente possono diventare gli altri: gli stranieri, i migranti, gli emarginati, che abitano le periferie esistenziali”.
La Chiesa ha il compito particolare di edificare un noi che va al di là della razza, dei popoli e delle culture. E i cristiani hanno “lo Spirito che rende capaci di abbracciare tutti per fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una uniformità che spersonalizza. Essa è chiamata a uscire per le strade delle periferie esistenziali per curare chi è ferito e cercare chi è smarrito, senza pregiudizi o paure”.
Il Papa termina con un augurio e con una preghiera: “Se lo vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande”.
Preghiera
Padre santo e amato,
il tuo Figlio Gesù ci ha insegnato
che nei Cieli si sprigiona una gioia grande
quando qualcuno che era perduto viene ritrovato,
quando qualcuno che era escluso, rifiutato o scartato
viene riaccolto nel nostro noi,
che diventa così sempre più grande.
Ti preghiamo di concedere a tutti i discepoli di Gesù
e a tutte le persone di buona volontà
la grazia di compiere la tua volontà nel mondo.
Benedici ogni gesto di accoglienza e di assistenza
che ricolloca chiunque sia in esilio
nel noi della comunità e della Chiesa,
affinché la nostra terra possa diventare,
così come Tu l’hai creata,
la Casa comune di tutti i fratelli e le sorelle. Amen.
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