Il Messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale 2021

È naturalmente la presenza di Cristo nel cuore del discepolo che fa la differenza tra un apostolo e un cristiano che vive però a distanza del suo impegno di battezzato.
L’amore è l’inizio di tutto. Lo ribadisce Francesco proprio all’inizio del messaggio: “Quando sperimentiamo la forza dell’amore di Dio, non possiamo fare a meno di annunciare e condividere ciò che abbiamo visto e ascoltato”. Con la precisazione che “nessuno è estraneo, nessuno può sentirsi estraneo o lontano rispetto a questo amore di compassione”.
L’evangelizzazione comincia dalla “ricerca appassionata del Signore”. E si svolge per imitazione: “vederlo curare i malati, mangiare con i peccatori, nutrire gli affamati, avvicinarsi agli esclusi, identificarsi con i bisognosi, invitare alle beatitudini, insegnare in maniera nuova e piena di autorità, lascia un’impronta indelebile, capace di suscitare stupore e una gioia espansiva e gratuita che non si può contenere”.
Nessun tempo è mai stato favorevole all’evangelizzazione, come non lo è il difficile presente: “I primi cristiani incominciarono la loro vita di fede in un ambiente ostile e arduo; ma questo, anziché essere una difficoltà o un ostacolo che li avrebbe potuti portare a ripiegarsi o chiudersi in sé stessi, li spinse a trasformare ogni inconveniente, contrarietà e difficoltà in opportunità per la missione. I limiti e gli impedimenti diventarono anch’essi luogo privilegiato per ungere tutto e tutti con lo Spirito del Signore”.

Lo sappiamo bene tutti noi del CVS e lo abbiamo sperimentato tante volte nei nostri cammini missionari. E se non siamo esenti “dallo scoraggiamento, da disincanto, dalla fatica che toglie la speranza”, sentiamo sempre come “urgente la missione della compassione capace di fare della necessaria distanza un luogo di incontro, di cura e di promozione”.
Un rischio che il Papa richiama sempre è quello dell’isolamento/ripiegamento su se stessi: “La nostra vita di fede si indebolisce, perde profezia e capacità di stupore e gratitudine nell’isolamento personale”.

La giornata missionaria è sempre una proposta di riflessione innanzitutto personale che porti poi  a verificare i nostri impegni nell’azione evangelizzatrice della Chiesa.
“Oggi, Gesù ha bisogno di cuori che siano capaci di vivere la vocazione come una vera storia d’amore, che li faccia andare alle periferie del mondo e diventare messaggeri e strumenti di compassione”. Perché “c’è anche un aspetto dell’apertura universale dell’amore che non è geografico bensì esistenziale”. A partire dunque dal cuore, ma verso il mondo.

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