La Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria era un aspetto molto caro al beato Luigi Novarese e da lui considerato fondamentale per la spiritualità dei Silenziosi Operai della Croce ma anche per gli appartenenti al Centro Volontari della Sofferenza.
Non è un caso che, una delle figure di riferimento fondamentali per tutta l’Opera – sin dalle origini – sia stata proprio quella di San Luigi Maria Grignion de Montfort, presbitero francese vissuto a cavallo tra il ‘600 e il ‘700 fondatore di due importanti istituti religiosi: la Compagnia di Maria e le Figlie della Sapienza.
Il Montfort fu il primo a proporre e a dare vita ad una devozione mariana che conduce a vivere con pienezza i propri impegni battesimali; per far ciò, elaborò una riflessione teologica e spirituale, dove veniva sottolineato come, la nostra pienezza, può essere raggiunta solo in Cristo. Non possiamo infatti essere salvati da nessun altro, se non da Cristo.
La devozione a Maria Santissima così come proposta dal Montfort, molto diffusa e seguita nella Chiesa, è stata per mons. Luigi Novarese una fonte ispiratrice, specialmente per quanto riguarda l’aspetto della sofferenza. Certamente egli aveva fatto questo tipo di esperienza, vivendo alcuni anni della sua adolescenza in ambienti ospedalieri. L’aver coltivato la propria devozione mariana anche in tale contesto, ha certamente segnato il suo cammino spirituale, rendendolo sensibile alla chiamata del Signore, per divenire apostolo dei sofferenti.
Chi si consacra a Gesù per mezzo di Maria, non può rimanere rinchiuso nel proprio guscio. È tenuto ad uscire e testimoniare con la propria vita, magari in uno stato di forte sofferenza vissuta però serenamente, che Gesù è morto, ma è anche risorto. Il mistero pasquale ha redento gli uomini e ha dato loro speranza, illuminando il mondo dell’umana sofferenza.
Sia per il Montfort, che per il nostro Padre Fondatore, Maria è la Via breve per arrivare a toccare il Cuore di Cristo, un canale Santo che conduce direttamente a Dio.
Riguardo alla Vergine Santa così si esprime il Montfort: «È una via facile, aperta da Gesù Cristo per venire a noi e sulla quale nessun ostacolo impedisce di giungere a Lui. In verità, l’unione con Dio si può raggiungere anche per altre strade, ma con maggiori croci e morti dolorose, con più difficoltà ardue a superarsi. Occorre passare per notti oscure, per strane lotte ed agonie, per erte montagne, fra spine pungentissime e in mezzo a deserti spaventosi. Sulla strada di Maria, invece, si cammina più soavemente e più tranquillamente. Certo, anche su di essa non mancano aspre lotte da sostenere e grandi difficoltà da superare. Ma Ella, amabile Madre e sovrana, si fa così vicina e presente ai suoi fedeli servi per rischiararli nelle loro tenebre, illuminarli nei loro dubbi, rassicurarli nei loro timori, sostenerli nei loro combattimenti e nelle loro difficoltà, che davvero questa strada verginale per trovare Gesù Cristo, a paragone di ogni altra. È una via di rose e miele» (VD, 152a).
E il beato Novarese, sempre contemplando e promuovendo la vera devozione a Maria Santissima così scriveva sulla rivista L’Ancora n. 5 del 1952: «Se ti senti piccolo, va a Lei. Se vedi che non puoi più fidarti di te stesso abbandonati a Lei. Se ti senti stanco e sfinito, appoggiati a Lei. Se soffri, guardala nella sua calma e ferma adesione alla volontà di Dio. Se ti senti peccatore, non perdere tempo, ricorri subito a Lei. Nessuno rifiuta questa dolcissima Madre: per tutti ha parole di conforto e di vita. Tutti abbraccia col suo cuore materno. Fratello che leggi, cerca pure fino ad esaurirti, studia se credi, fino all’inverosimile, una via più breve, più sicura, più dolce, più riposante e più allegra di quella che ti offre Maria Santissima, siine certo non la troverai».