Venerdì 14 novembre nella sala concerti del Comune di Catanzaro, Mauro Anselmo (nella foto), autore della biografia “Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo” ha tenuto, insieme a don Armando Aufiero, un pubblico dibatto dal titolo “Spiritualità e medicina. Il sostegno terapeutico della fede al malato nell’insegnamento del beato Novarese”. L’incontro ha chiuso la XII edizione del Festival d’Autunno, la rassegna culturale e musicale che si tiene ogni anno in Calabria e che riscontra un grande successo di pubblico.
“Un innovatore straordinario che fin dagli anni Cinquanta parlava del malato come ‘portatore di diritti’ e denunciava l’emarginazione sociale dei disabili. Gli interventi di Anselmo e Aufiero – ha spiegato Antonietta Santacroce (nella foto), direttrice della manifestazione – ci hanno aiutato a conoscerlo meglio”.
Anselmo ha ripercorso le tappe della vita di Novarese, dall’infanzia alla malattia, agli studi in seminario a Casale, al successivo trasferimento a Roma e al lavoro svolto presso la Segreteria di Stato della Santa Sede. Don Aufiero ne ha spiegato l’insegnamento di “medico dello spirito” che rinnova la pastorale della salute e chiama i malati “a essere protagonisti di un nuovo apostolato”.
Già agli inizi degli anni Cinquanta Novarese sottolineava con forza l’importanza della vita spirituale intesa come aiuto per il corpo nell’affrontare la malattia e le difficoltà quotidiane.
“Oggi le scienze di ultima generazione confermano le sue intuizioni – spiega Anselmo. La neuropsichiatria e la psiconeuroimmunologia hanno fatto luce sul modo con il quale le elaborazioni psichiche e mentali del paziente agiscono sugli organi del corpo. La medicina ci dice che alcune malattie come l’ipertensione arteriosa, le malattie coronariche, determinate patologie della pelle, l’ulcera gastrica e molte altre, dipendono da componenti psicologiche dominanti, da interazioni emozionali le cui conseguenze fisiologiche sono provate”.
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